Bonus edilizi prorogati ma ridotti e rimodulati in base a reddito e familiari; come non perdere le detrazioni Irpef al 50% e recuperare quanto spetta per l’anno 2024

Bonus edilizi prorogati ma ridotti e rimodulati in base a reddito e familiari; come non perdere le detrazioni Irpef al 50% e recuperare quanto spetta per l’anno 2024

La detrazione IRPEF che compete in relazione alla generalità degli interventi volti al recupero edilizio, di cui all’art. 16-bis del TUIR, rimarrà al 50%, nel limite di 96.000 euro, per le spese sostenute nel solo anno 2025 soltanto per i possessori dell’unità immobiliare che la adibiscono ad abitazione principale.
È questa una delle novità contenute, stando alla bozza circolata, nel Ddl. di bilancio per l’anno 2025 che riguardano la “storica” detrazione fiscale per interventi “edilizi”, c.d. “bonus casa”.

Il primo intervento normativo riguarderebbe il comma 3-ter del citato art. 16-bis che nella disciplina “a regime” disporrebbe l’aliquota ridotta del 30% già per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025.
Verrebbe tuttavia introdotto un regime transitorio, con la sostituzione del comma 1 dell’art. 16 del DL 63/2013, che prevedrebbe per i proprietari (o per i titolari di diritti reali) che adibiscono l’unità ad abitazione principale:

  • l’aliquota del 50% per le spese sostenute nel 2025, nel limite massimo di spesa di 96.000 euro;
  • l’aliquota del 36% per le spese sostenute negli anni 2026 e 2027, nel limite massimo di 96.000 euro.

Per tutti gli interventi eseguiti su unità immobiliari diverse dall’abitazione principale, invece, il regime transitorio prevedrebbe, anche in questo caso nel limite di spesa non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare:

  • l’aliquota del 36% per le spese sostenute nel 2025;
  • l’aliquota del 30% per le spese sostenute nel 2026 e 2027.

Buone (anche se non buonissime) notizie per la detrazione IRPEF/IRES spettante per gli interventi volti alla riqualificazione energetica degli edifici, di cui all’art. 14 del DL 63/2013 (c.d. “ecobonus”) e per quella spettante per gli interventi volti alla riduzione del rischio sismico, di cui al successivo art. 16 comma 1-bis ss. (c.d. “sismabonus”), le cui aliquote vengono sostanzialmente allineate al “bonus casa”.

Ecobonus e sismabonus (compreso il c.d. “simabonus acquisti”), in particolare, verrebbero prorogati nelle seguenti misure:

  • per le abitazioni principali l’aliquota sarebbe del 50% per le spese sostenute nel 2025, mentre scenderebbe al 36% per quelle sostenute negli anni 2026 e 2027;
  • per le unità immobiliari  diverse  dall’abitazione principale l’aliquota sarebbe del 36% per le spese sostenute nell’anno 2025 e del 30% per quelle sostenute negli anni 2026 e 2027.

Continua ad esistere anche nell’anno 2025, infine, il c.d. “bonus mobili”, di cui all’art. 16 comma 2 del DL 63/2013, nella misura del 50% entro il limite massimo di spesa di 5.000 euro, mentre non risulterebbe prorogato il c.d. “bonus verde”.

Penalizzate le persone fisiche con redditi superiori a 75.000 euro

Anche le detrazioni per interventi “edilizi”, però, così come la generalità degli oneri detraibili (di cui agli artt. 15 e 16-bis del TUIR oppure spettanti ai sensi di altre norme agevolative) le cui spese sono sostenute dal 1° gennaio 2025, sono soggette alle nuove disposizioni che verrebbero introdotte dal nuovo art. 16-ter del TUIR recante “Riordino delle detrazioni” che prevede il drastico taglio di tutte le detrazioni fiscali per i redditi superiori a 75.000 euro, per i quali viene prevista una modulazione dell’agevolazione spettante in funzione dei componenti del nucleo familiare.

La tagliola delle detrazioni, tuttavia, riguarderebbe esclusivamente le persone fisiche e non, invece, i soggetti titolari di reddito d’impresa per i quali le detrazioni spetterebbero nella misura piena.

Bonus casa 2025, come non perdere le detrazioni Irpef al 50% e recuperare quanto spetta

È possibile, in qualche modo, usufruire di uno sconto più alto per i lavori effettuati in casa nell’anno 2024?

Una delle soluzioni che i contribuenti possono adottare è quella di anticipare il pagamento delle fatture quest’anno e sostenere tutte le spese entro il 31 dicembre 2024. Ad ogni modo questa è un’operazione che deve essere valutata con la massima attenzione, tenendo conto dei rapporti che intercorrono con fornitori ed imprese. Ma soprattutto delle proprie capacità economiche di sostenere la spesa anticipatamente.

Come salvare le detrazioni al 50%

A partire dal prossimo anno, le agevolazioni cambiano passo. Soprattutto quando non riguardano l’abitazione principale. Ma è possibile salvare le detrazioni al 50% per gli interventi che non riguardano la prima casa?

Lo spartiacque, in questo caso, è il 31 dicembre 2024. Chi dovesse provvedere ad effettuare i pagamenti delle fatture e, quindi, dovesse sostenere le spese entro la fine dell’anno, ha la possibilità di beneficiare delle agevolazioni nella forma attuale. Anche se i lavori non dovessero ancora essere stati terminati.

Anticipare i pagamenti alle imprese e ai fornitori, chiedendo loro copia delle fatture, permette di accedere alle agevolazioni così come sono quest’anno: al 50%. È importante, però, che i lavori siano già stati iniziati.

Questa regola si applica:

  • agli enti non commerciali;
  • ai condomini;
  • ai professionisti;
  • alle persone fisiche.

La situazione per le imprese è un po’ diversa. In questo caso deve essere applicato il criterio di competenza e diventa rilevante il periodo nel quale è stata conclusa la prestazione.

I rischi dei pagamenti anticipati

Anticipare il pagamento delle fatture e delle spese relative agli interventi, sostanzialmente, permette di mantenere inalterata l’agevolazione fiscale prevista con il bonus casa. Almeno nella percentuale prevista per il 2024.

È importante sottolineare, però, che questo tipo di scelta non è immune da rischi. Quindi deve essere effettuata con la dovuta consapevolezza. L’anticipo può incidere nei rapporti con le imprese: il committente, infatti, perde un’importante leva – ossia quella del pagamento – nel caso in cui ci siano dei blocchi dei lavori o degli imprevisti dell’ultimo momento. È pur vero che è possibile inserire nei contratti delle clausole attraverso le quali mitigare gli effetti dell’anticipo. Ma per farle rispettare potrebbe essere necessario agire per le vie legali.

Ma non solo: l’anticipo può essere versato solo e soltanto nel caso in cui il committente abbia la liquidità sufficiente per farlo. Quindi non sempre risulta essere la scelta migliore o percorribile.

È necessario, poi, fare attenzione alla propria capienza fiscale.

Anticipare le spese fa anche aumentare gli importi che dovranno essere portati in detrazione nel corso del 2024. Il contribuente deve essere sicuro di poter assorbire la detrazione più elevata determinata dall’importo delle spese sostenute.

La capienza fiscale

La capienza fiscale si riferisce alla capacità di un contribuente di beneficiare delle detrazioni fiscali rispetto all’imposta dovuta. In altre parole, è l’ammontare dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) che il contribuente deve allo Stato e che può essere ridotta grazie alle detrazioni fiscali, come quelle previste per i bonus edilizi.

Se la tua IRPEF dovuta è sufficiente a coprire l’importo delle detrazioni a cui hai diritto, hai piena capienza fiscale e puoi beneficiare interamente delle detrazioni. Se invece l’IRPEF dovuta è inferiore all’importo delle detrazioni, non potrai sfruttare appieno il bonus e parte della detrazione andrà persa.

Esempio pratico:

  • Capienza fiscale sufficiente: Se devi pagare 2.000€ di IRPEF e hai diritto a 1.500€ di detrazioni per bonus edilizi, potrai utilizzare interamente la detrazione.
  • Capienza fiscale insufficiente: Se devi pagare solo 1.000€ di IRPEF e hai diritto a 1.500€ di detrazioni, perderai 500€ di detrazioni perché non avrai abbastanza imposta da compensare.

La capienza fiscale è un concetto fondamentale per pianificare al meglio i lavori di ristrutturazione e sfruttare completamente i benefici fiscali disponibili.

Non sempre, quindi, anticipare la spesa per beneficiare delle agevolazioni relative al bonus casa è la soluzione migliore. Potrebbe risultare più opportuno spalmare il pagamento delle fatture in più anni, correndo il rischio di beneficiare delle agevolazioni in forma ridotta. Ma questi sono calcoli che ogni contribuente deve effettuare in base alla propria situazione.

Bonus casa, l’importanza del bonifico parlante

Nel caso in cui si dovesse decidere di fare i pagamenti nel 2024, è importante ricordare di effettuare il pagamento con un bonifico parlante. In caso contrario si rischia di perdere le agevolazioni.

Il bonifico parlante può essere effettuato online o recandosi presso la filiale bancaria dove si ha il proprio conto corrente. L’operazione può anche essere effettuata recandosi presso un ufficio postale. Per compilare il bonifico parlante è necessario inserire una serie di dati. La dicitura corretta da utilizzare è la seguente:

Bonifico per detrazioni previste dall’art. 16-bis del Dpr 917/1986.

È opportuno, inoltre, inserire anche i riferimenti della fattura, in modo da far corrispondere in maniera precisa il pagamento con un documento preciso (quindi è necessario indicare il numero della fattura e la data di emissione).

In sintesi

Per poter usufruire delle agevolazioni fiscali relative al bonus casa nella misura prevista per il 2024, anche se i lavori proseguono nel 2025, è possibile effettuare i pagamenti anticipati delle fatture entro il 31 dicembre 2024 valutando la capacità di beneficiare delle detrazioni fiscali rispetto all’imposta dovuta.

In questo caso è possibile accedere alle detrazioni al 50%, ma è bene valutare anticipatamente se si ha una capienza fiscale sufficiente.

(*) Fonte Eutekene

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